Un racconto tra IoArch e le opere di Armando Ruinelli
20 ANNI DI ARCHITETTURA
Un racconto tra le pagine di IoArch e le opere di Armando Ruinelli
Morbegno | venerdì 24 ottobre 2025 | 17.30 > 19.30 | 2cfp
_Sala conferenze del Museo Civico di Storia Naturale, via Cortivacci n. 2
Tavola rotonda_ introduce e modera Carlo Ezechieli
Lectio magistralis_ Armando Ruinelli
Con la presenza di Antonio Morlacchi, IoArch.
Contributi video di:
- Gabriela Carrillo (Colectivo C377)
- Fabrizio Barozzi (Barozzi Veiga) (*) Contributo di Fabrizio Barozzi in attesa di conferma
Iscrizioni_ portale formazione CNAPPC entro le ore 12.00 del 23 ottobre 2025
Tema della conferenza
L’evento prende spunto dal numero speciale pubblicato per il ventesimo anniversario della rivista IoArch e dalla rassegna curata da Carlo Ezechieli, già Consigliere dell’Ordine, che racconta vent’anni di architettura attraverso venti opere di rilievo internazionale.
L’incontro si svilupperà con i contributi video di alcuni autori presenti nella rassegna come Gabriela Carrillo (Colectivo C733, Messico) e Fabrizio Barozzi (Barozzi Veiga, Spagna) e, in particolare, con un dialogo diretto con Armando Ruinelli (Soglio, CH) in una sua Lectio magistralis.
Note sugli autori
Gabriela Carrillo (Colectivo C733): Gabriela Carrillo (1978, Città del Messico) è fondatrice nel 2019 con Carlos Facio, José Amozurrutia, Eric Valdez e Israel Espín, del Colectivo C733, un collettivo meta-architettonico finalizzato al progetto e la realizzazione di progetti nel rispetto di complessi vincoli sociali, politici, ambientali e finanziari. Il loro lavoro si concentra sulla lotta alle disuguaglianze sociali e ai conflitti nelle città altamente vulnerabili del Messico. Il primo progetto del collettivo è nato da un concorso organizzato dalla SEDATU (Segreteria per l'Agraria, il Territorio e lo Sviluppo Urbano del Messico) in collaborazione con l'UNAM. Il Colectivo C733 è vincitore dell'Obel Award 2024, uno dei più prestigiosi premi internazionali di architettura.
(*) Fabrizio Barozzi (Studio Barozzi Veiga): Fabrizio Barozzi (Rovereto, 1976) è un architetto italiano formatosi a Venezia, Siviglia e Parigi, vive a Barcellona dove nel 2004 ha fondato lo studio Barozzi Veiga con Alberto Veiga, lo studio è noto per progetti culturali e civili come la Filarmonica di Stettino, vincitrice del Premio Mies van der Rohe, il Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna e la Tanzhaus di Zurigo, oggi opera a livello internazionale con progetti in Europa, Asia e Stati Uniti, tra cui l’estensione dell’Art Institute di Chicago, nel 2020 Barozzi ha ricevuto il Premio Presidente della Repubblica per l’architettura.
(*) Contributo di Fabrizio Barozzi, in attesa di conferma
Armando Ruinelli: (Soglio, 1954) è un architetto svizzero, autodidatta, che ha fondato nel 1982 il proprio studio in Val Bregaglia, trasformato nel 2000 in Ruinelli Associati Architetti SIA. La sua opera è riconosciuta a livello internazionale per il dialogo con il paesaggio alpino e la capacità di rigenerare i luoghi rispettandone identità e memoria. Ha insegnato in diverse scuole di architettura in Svizzera e Germania ed è oggi docente all’FHGR di Coira. I suoi progetti - tra cui la falegnameria di Spino, il centro polivalente di Bondo e l’atelier di Miriam Cahn a Stampa - testimoniano un approccio che unisce sobrietà, sensibilità e innovazione.
Introduzione ai temi Lectio magistralis di Armando Ruinelli: Armando Ruinelli proporrà un percorso che intreccia esperienza personale e visione professionale, a partire dal legame con la Val Bregaglia. Al centro, il tema dell’architettura come dialogo con paesaggio e memoria locale, capace di rigenerare i luoghi rispettandone l’identità. La conferenza metterà in luce il ruolo sociale e culturale dell’architetto nei contesti periferici, mostrando attraverso esempi concreti come materiali, proporzioni e luce possano coniugare tradizione e innovazione. Infine, Ruinelli offrirà una riflessione sulle sfide future delle aree alpine: contrasto allo spopolamento, valorizzazione del patrimonio e nuove forme di sostenibilità, in una prospettiva radicata nel territorio ma aperta al cambiamento.















