Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Sondrio

Inaugurazione della mostra
Attraverso le Alpi Un racconto fotografico della trasformazione del paesaggio alpino

Milano | 6 maggio 2022 | 17.00>18.00 | c/o Lualdi, Foro Buonaparte 74, Milano

La rassegna, circolata lungo tutto l’arco alpino nell’ultimo anno, fa tappa a Milano ed è organizzata dall’associazione Architetti Arco Alpino e OCSALP by Studio Aldo Faleri, in collaborazione con Lualdi.
Quella milanese è un’ampia selezione degli oltre 270 scatti d’autore commissionati dall’associazione Architetti Arco Alpino al collettivo Urban Reports, con l’obiettivo di leggere, isolare, comporre e ricomporre in fotogrammi d’autore la quotidianità dei paesaggi delle ‘terre alte’, considerate paesaggio culturale e patrimonio comune insostituibile.
Il racconto per immagini, frutto di un anno di indagini nei territori alpini e di una campagna fotografica di 50 giorni, ha scandagliato per centinaia di chilometri le valli montane di 6 Regioni, rintracciando segni, tracce e caratteri peculiari del paesaggio alpino italiano, dal confine francese a quello sloveno, individuandone, tra fragilità e bellezza, segnali di abbandono e degrado e, all’opposto, opportunità e potenzialità di riappropriazione.

Programma_orari_apertura.pdf

Heinrich Tessenow. Avvicinamenti e progetti iconici
Mendrisio | 1 aprile > 17 luglio 2022
Teatro dell'Architettura, giornata di porte aperte al pubblico con ingresso gratuito: domenica 3 aprile dalle 10.00 alle 18.00.‍
Informazioni_ Link

Un viaggio In Valtellina attraverso le opere della sezione Novecento del MVSA
Mostra | dal 5 febbraio al 20 marzo 2022

Le sale espositive di Palazzo Sassi de’ Lavizzari, sede di MVSA – Museo Valtellinese di Storia e Arte, ospitano la mostra Accordi di paesaggio. Un viaggio in Valtellina attraverso le opere della Sezione Novecento del MVSA.
Il museo celebra il suo settantesimo anniversario valorizzando uno dei suoi nuclei fondativi, la Sezione del Paesaggio Valtellinese. La mostra Accordi di paesaggio è un viaggio attraverso le interpretazioni del nostro territorio: dal fondo valle con le sue ampie vedute alle cime maestose, attraversando i versanti verdeggianti e il paesaggio costruito.
L’esposizione apre sabato 5 febbraio 2022 e sarà visitabile fino al 20 marzo 2022 negli orari di apertura del museo, dal martedì alla domenica, 10:00-13:00 e 14:00-18:00.

Info e prenotazioni
L’accesso alla mostra è gratuito, previa esibizione di Green Pass rafforzato (Super Green Pass)
tel. 0342 526 269
mail:  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Architetture contemporanee sulle Alpi occidentali italiane
Mostra | Aosta, Centro Saint-Bénin | 30 novembre 2021 > febbraio 2022 | ingresso gratuito

L’esposizione, prodotta dal centro di ricerca «Istituto di Architettura montana» del Politecnico di Torino, presenta una rassegna di più di cinquanta architetture realizzate sulle Alpi di Piemonte e Valle d’Aosta.
Si tratta di opere in cui la qualità nella costruzione dello spazio fisico si intreccia con i processi di sviluppo locale e con la diffusione di pratiche abitative innovative. Rigenerazione dei luoghi a base culturale, nuova agricoltura, green economy, valorizzazione e riuso del patrimonio, turismo sostenibile, sono temi che ricorrono sovente a percorsi di natura partecipativa dando luogo a interventi che, anche se talvolta di scala minuta, incardinano e costruiscono nuovi significati, economie e identità. I progetti illustrati parlano di una montagna come territorio da abitare, facendosi testimoni di una metamorfosi culturale in cui l’architettura e l’aménagement del paesaggio tornano a giocare un ruolo strategico. Una trasformazione che vede sia i progettisti uscire dalla dimensione della mera autorialità per farsi traduttori di istanze complesse da costruire collettivamente, sia le comunità e le committenze pubbliche riscoprire l’importanza del progetto di qualità.

Mostra a cura di Antonio De Rossi e Roberto Dini con la collaborazione di Eleonora Gabbarini, Matteo Tempestini, Federica Serra.

Mostra in collaborazione con il Politecnico di Torino, l’Ordine Architetti della Valle d’Aosta e la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta

Gio Ponti. Architetture Elettriche
Una traiettoria in Valtellina

Saranno programmate delle visite guidate per gli iscritti all'Ordine degli Architetti PPC, previa iscrizione in im@teria

15 dicembre 2021 - 12 aprile 2022 | 16.30 > 18.00 | 1CFP
Sondrio, Palazzo Sertoli, Galleria Creval | Gruppo Crédit Agricole Italia, Piazza Quadrivio, 8

A Sondrio una mostra elettrizzante attorno alle opere del Maestro dell’architettura moderna costruite in provincia di Sondrio, con un progetto utopico e una video-installazione dal forte impatto emozionale

Le centrali elettriche costruite dal Maestro dell’architettura in Valchiavenna nell’immediato dopoguerra, fissano un punto alto nell’invenzione di un’architettura nitida, cristallina, che emerge dalla roccia come un minerale di straordinaria purezza.

mostra Antonella Ravagli La magia dell'impurezza a cura di Mariateresa Chirico
Morbegno | "Galleria dello Studio" piazza III Novembre n. 19 | lunedì>venerdì | 9.30>12.00 15.30>18.30 | sabato mattina 9.30>12.00

Un destino, quello di Antonella Ravagli, segnato dalle origini faentine che l’ha spinta a studiare all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica Gaetano Ballardini e poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si diploma  nel 1986, e a trovare nella ceramica il mezzo per esprimere il suo particolare sentire.
La terra o meglio “le” terre sono la materia usata da Antonella. Una materia scabra, grezza, in grado di comunicare forti emozioni. Non argilla già pronta all’uso, bensì terra che l’artista prepara, così da poter seguire le varie fasi del processo produttivo, utilizzando macchinari ormai in disuso. Mulini per macinare diversi materiali – cocci di vetro in testa, ma anche polveri provenienti da cantieri -, tutti riciclati - una scelta attenta alla sostenibilità e al tema del riuso non dettata da mode, ma espressione di una sensibilità presente fin dagli inizi del suo operare - che vengono mescolati nell'impastatrice con argille dismesse da laboratori. Ne nasce una mescola da tirare in lastre, che vanno a prendere forma in stampi. La cottura nel forno del suo laboratorio conclude un processo dall’esito inatteso, sorprendente sempre, imprevedibile. L'artista stessa ignora esattamente il risultato finale, ma lo affida ad una certa casualità: l'unione dei materiali, le diverse tensioni, le differenti reazioni al calore sono varianti che ogni volta danno vita a una creazione del tutto unica e originale.
La ricerca sui materiali, che vede anche la colatura di vetro fuso sulla ceramica o l'impiego della pittura a olio cui sono sovrapposte le forme in terracotta, è elemento caratterizzante l'opera di Antonella Ravagli che spesso accoppia la terracotta al ferro, in un ossimoro di forte tensione emotiva.

raffaele cavadini 2021

mostra Antonia (Neto) Campi Appunti di viaggio a cura di Mariateresa Chirico
Morbegno | "Galleria dello Studio" piazza III Novembre n. 19 | lunedì>venerdì | 9.30>12.00 15.30>18.30 | sabato mattina 9.30>12.00

“Signora della ceramica” si può a buon diritto definire Antonia (Neto) Campi (Sondrio, 1921-Chiavari, 2019), capace di una progettazione estrosa, originale e innovativa ma anche profondamente rigorosa, consapevole delle esigenze tecniche, esperta dei cicli produttivi, manager anche in tempi difficili per la realtà economica del Paese.
Forse le origini valtellinesi le hanno instillato forza, determinazione, una certa rudezza, una scorza che celava, però, un animo profondamente sensibile, grande disponibilità, perfino una certa tenerezza.

All’Accademia di Brera segue in particolare i corsi di Francesco Messina e la dimensione scultorea sarà la cifra caratterizzante la sua opera; quindi Neto, come è sempre stata chiamata, vuol mettere “le mani in pasta” e si fa assumere come operaia dalla S.C.I. (Società Ceramica Italiana) di Laveno nel 1947. L’allora direttore artistico, Guido Andloviz, comprende subito le doti della giovane alla quale dà carta bianca, permettendole di sperimentare in piena libertà nel suo studio-laboratorio vista lago. In un decennio Neto disegna alcune centinaia di oggetti tra Articoli fantasia, Serie limitate e Pezzi unici facendo uso della terraglia, il medium privilegiato cui si affiancano esperimenti e ricerche anche con la porcellana che, però, “la faceva disperare”, come spesso ricordava. Innovativa nelle forme, irregolari, asimmetriche, spesso “bucate”, che risentono delle coeve ricerche artistiche in testa l’opera di Henri Moore, ama il colore, una cromia accesa, vivace, spesso a contrasto. Le sue proposte, che hanno reinterpretato il quotidiano, sono davvero dirompenti e molti suoi pezzi diventano vere e proprie icone come il celeberrimo portaombrelli Spaziale (1949).